Il Gruppo Appartamento “Sesamo”, gestito da Il Cammino a Roma, è una struttura di accoglienza residenziale che può ospitare sino a otto adolescenti dai 12 ai 18 anni, definiti a rischio psico-sociale. Dal 2017 Il Cammino, attraverso Sesamo, è ente gestore del progetto SPRAR SIPROIMI di Roma Capitale ed accoglie otto minori stranieri non accompagnati.
Obiettivo prioritario è quello di offrire un ambiente stabile ed accogliente, che permetta agli ospiti di raggiungere i propri obiettivi, valorizzare le proprie capacità, acquisendo un buon livello di consapevolezza di se stessi, con gradualità e nel rispetto dei tempi di crescita di ognuno.
La vita in comune è uno strumento attraverso il quale si va a incidere sul singolo e sul gruppo dei ragazzi su un doppio livello: da una parte educativo in senso stretto, riferibile al quotidiano, dall’altra rivolto al conseguimento degli obiettivi di cambiamento, crescita, autonomizzazione.
La permanenza in struttura è considerata una piccola tappa all’interno della vita dell’individuo. E’ quindi necessario fornire gli strumenti per crescere al di fuori.
Da questo punto di vista negli anni ci siamo ciclicamente evoluti ed involuti, a seconda dell’orientamento della pubblica amministrazione e delle risorse messe a disposizione; abbiamo potuto attivare per alcuni degli ospiti percorsi di semiautonomia, che hanno permesso di fornire loro un accompagnamento graduale. In seguito però abbiamo dovuto anche rinunciare a tutto questo, e far uscire i ragazzi da Sesamo appena compiuti i 18 anni, costringendoli a raggiungere un’autonomia forzata.
La partecipazione al progetto SPRAR (poi SIPROIMI e ora SAI) ha permesso di migliorare in qualche modo le prospettive dei giovani accolti, potendoli ospitare anche per sei mesi dopo la maggiore età, e contemporaneamente offrendo loro percorsi di formazione e inserimento lavorativo.
Il 2020 è stato un anno particolare e difficile, sicuramente diverso, e questa diversità ci ha attraversati profondamente, nella relazione con i ragazzi ospiti e nelle possibilità che abbiamo cercato di dare ad ognuno di loro.
Il covid ha infatti congelato tutto, i percorsi scolastici e formativi, le possibilità di lavoro, gli obiettivi di autonomia e ogni progetto possibile. I ragazzi quindi in qualche modo si sono dovuti fermare. Noi con loro da un lato abbiamo dovuto arrestare ogni progettualità mentre dall’altro continuavamo a correre nella gestione del loro quotidiano.
Negli ultimi mesi, per alcuni di loro, è arrivato il momento delle dimissioni dalla struttura.
I***, di nazionalità egiziana, ha compiuto 18 anni ad aprile. Nei suoi progetti c’era una fantastica festa dei 18 anni e poi subito via, a vivere con degli amici connazionali, e a lavorare come barbiere part time…. Invece ha dovuto aspettare un po’, che i negozi riaprissero dopo il lockdown, ma a inizio giugno è riuscito a portare a termine i suoi piani. Anche se poi le difficoltà non sono mancate, perché il barbiere non lo ha mai pagato, e mancava qualche documento per rinnovare il permesso di soggiorno. Abbiamo quindi faticato tanto per fargli ottenere la residenza fittizia.
Ogni tanto oggi si fa sentire per chiedere qualcosa o semplicemente per salutare.
E’ riuscito a trovare lavoro in un nuovo negozio di barbiere e M., uno degli operatori di Sesamo, è anche diventato suo cliente.
Dopo 4 anni nella struttura, in realtà, non vedeva l’ora di uscire. Non sempre con lui le cose sono andate lisce, si sentiva da tempo autonomo e indipendente.
Ora ha capito concretamente che l’autonomia porta con sé anche responsabilità e difficoltà.
A****** ha compiuto 18 anni a dicembre dello scorso anno. Ivoriano, richiedente asilo con diniego, ballerino, amante del calcio giocato, gli è mancato l’allenamento con la squadra locale del quartiere a causa del lockdown. In quel momento ha sentito il cambiamento, il passaggio da un quotidiano fatto di gioco e spensieratezza, all’esigenza di assumersi delle responsabilità più importanti.
Avrebbe dovuto spostarsi a metà giugno in uno Sprar adulti, ma erano tutti chiusi per covid ed ha dovuto aspettare. Diceva che non ne poteva più, che voleva andarsene. La verità è che lo diceva solo perché sapeva che Sesamo gli sarebbe mancata e voleva arrivare prima possibile a sentire quella mancanza e togliersi il pensiero. Durante i primi mesi di lockdown A****** è stato fondamentale per la tenuta del gruppo dei ragazzi, si è esposto ed è riuscito a mantenere un clima sereno per tutti.
A settembre è stato trasferito in uno Sprar adulti e ha cercato di portare avanti tutti i suoi obiettivi sospesi: il ricorso per il diniego, la ricerca di un lavoro, la frequenza di un corso professionale a cui teneva molto, l’attenzione alla propria salute e anche il rapporto con noi e con i ragazzi, che ha sempre curato e mantenuto.
Ma a fine 2020 è risultato positivo al covid, proprio in prossimità dell’appuntamento in Questura. Ha cercato di reagire, con il sostegno delle persone e delle realtà più vicine come Sesamo, per non crollare psicologicamente e lo abbiamo visto affrontare tutto col sorriso sulle labbra. Il fatto che ancora oggi non sia ancora in regola con i documenti lo penalizza nella realizzazione dei suoi obiettivi, ma sicuramente la sua forza e il coraggio saranno per lui preziosi alleati.
J**** ha compiuto 18 anni a inizio gennaio. Avrebbe dovuto uscire da Sesamo per la fine di giugno. Prima del lockdown aveva fatto un tirocinio nell’ambito della ristorazione e sembrava che ci fossero buone possibilità di assunzione. Purtroppo con la pandemia è crollato tutto. J**** non ha il passaporto per una serie di difficoltà con il suo paese di origine, il Senegal, e molto del lavoro degli ultimi mesi è stato dedicato a cercare di capire il da farsi insieme all’ambasciata. A ottobre è stato trasferito in uno Sprar adulti. Ha cominciato a fare qualche lavoretto in nero che noi durante la permanenza a Sesamo gli avevamo fortemente sconsigliato. Ha portato avanti le sue cose fino a che un tampone positivo non lo ha portato a doversi bloccare di nuovo e a spaventarsi molto.
Siamo certi che, anche se fuori dalla nostra struttura ha ancora molto bisogno del nostro sostegno, soprattutto per quanto riguarda l’esigibilità dei suoi diritti. E continueremo a garantirglielo.
In questi mesi noi ci siamo quindi chiesti spesso cosa abbia significato per loro veder scomparire tutti i traguardi che con difficoltà avevano raggiunto, veder crollare le già poche certezze.
Il lockdown ha sicuramente favorito la creazione di legami più forti, rafforzando di conseguenza anche una sorta di dipendenza dalla struttura. Più che negli anni passati, siamo quindi consapevoli che la nostra presenza sarà per loro necessaria anche e, paradossalmente, soprattutto una volta usciti da Sesamo, per continuare a essere concretamente sostenuti nei diversi percorsi da proseguire nei prossimi mesi così eccezionalmente difficili.